All’inizio quella dei regali fatti a mano era una necessità: la mia famiglia è numerosa, dai parenti di Lorenzo ricevevo tanti pensierini da ricambiare e le finanze erano quelle che erano…

Poi però col tempo è diventato, oltre ad un modo per diffondere e far apprezzare il valore delle cose realizzate a mano, un pretesto per dare spazio ad una creatività per me più libera, sperimentando tecniche ed ambiti nuovi, ed esplorando senza il pensiero di dover necessariamente raggiungere uno standard adatto alla vendita ed alla soddisfazione di un cliente pagante.

 

Quest’anno mi sono voluta concedere un progetto particolare, curato in ogni aspetto ma sempre in equilibrio con quella che è la mia disponibilità di tempo ed impegno, cercando innanzitutto di divertirmi, rilassarmi e trasformare quel tempo di commissioni frenetiche in un tempo di ricerca e appagamento che altrimenti non avrei avuto.

 

Giacché nell’ultimo anno e mezzo circa ho scoperto il potere terapeutico delle piante, ho deciso di sfruttare l’occasione per  misurarmi con l’affascinante mondo dei Kokedama: suggestive sfere di terra ricoperta da muschio, ovviamente provenienti dalla cultura orientale, in cui ospitare piante un po’ di ogni genere.

Ho cercato per giorni tutorial e video che mi aiutassero a capire da dove cominciare, scoprendo che non ne esistono due che dicano la stessa cosa e propongano la tecnica alla stessa maniera, e distillando quindi – alla fine – un sunto di quelli che mi sono sembrati gli elementi principali, i materiali utili e quelli che sarei riuscita facilmente a reperire.

 

Questi sono i video che ho guardato prima di cominciare a lavorare: 1, 2, 3, 4, 5

 

E questo è invece il video di quella che alla fine è stata la mia esperienza.

Attenzione: non si tratta di un tutorial! 

Di quelli ce ne sono tanti già realizzati da persone più qualificate ed esperte di me, questo semmai è quello che succede DOPO il tutorial: il tentativo, quindi, di una persona che per la prima volta si misura con l’impresa e cerca di capire come far funzionare le cose (con tutte le incertezze, smorfie e borbottii del caso)… 

Buon divertimento!

 

Qualche informazione aggiuntiva:

Il mix di terra che ho realizzato nel video l’ho utilizzato per edera, spatifillo, tradescantia, pothos ed un paio di piante grasse tra cui il filo di perle che ho tenuto per me in Lab. In alcuni tutorial, però, si consigliava semplicemente di utilizzare un terriccio adatto alla pianta che si desidera ospitare, perciò per l’azalea che è acidofila ho scelto un terriccio dal pH acido con una piccola aggiunta di terriccio da bonsai e pomice, e per le ultime piante grasse stessa cosa ma con la terra per succulente al posto di quella acida.

 

Nel video ad un certo punto parlo di coperture alternative al muschio, perché non ero sicura che quello essiccato da presepe avrebbe funzionato o sarebbe stato sufficiente, ed avevo quindi acquistato anche iuta e paglia come avevo visto fare in qualche video nel caso si fosse reso necessario. Poi in realtà il muschio si è rivelato adatto e sufficiente e la sperimentazione, quindi, si è fermata lì.

 

Sempre nel video utilizzo un filo laminato oro per tenere insieme la palla, perché avevo dimenticato di comprare quello trasparente da esca: l’effetto è carino ma la fragilità di quel tipo di filo mi ha impedito di tirare bene per far aderire al massimo il muschio, cosa che sono riuscita a fare molto meglio con il filo da cucito blu quando agli ultimi Kokedama ho terminato quello oro.

Ovviamente fare la cosa giusta e comprare quello da pesca non è stata contemplata come opzione, quindi vedremo sul lungo periodo quanto sarà fatale questa leggerezza. Finora quello oro è più carino ma quello di cotone tiene meglio. 

 

Ho realizzato anche i cordini per tenere sospese le piante, ma non ho documentato l’operazione perché si trova tantissimo materiale già online ed io mi sono limitata al numero di nodi e lacci strettamente necessario perché la struttura tenga su le piante. Se però volete un approfondimento potete scrivermelo nei commenti o in direct su Instagram.

IL CONFEZIONAMENTO

 

Come confezionare dei regali vivi che hanno bisogno di ricevere luce e respirare?

La cosa più semplice che mi è venuta in mente è stata quella di utilizzare delle buste di carta aperte in alto, e sempre in ottica di recupero e sperimentazione ho deciso di decorarle con cose che avevo già in lab.

Innanzitutto ho recuperato i rami che avevo raccolto ad Ottobre per decorare il buffet del mio compleanno e che nel frattempo erano essiccati (ricordate? ne ho parlato in questo articolo),

poi dei dischetti di legno avanzati di qualche progetto passato, e una ceralacca di un colore che avevo acquistato per una commissione e difficilmente mi capita di usare. Le scritte a mano libera con l’uniposca bianco che ormai contraddistinguono le mie confezioni hanno completato l’opera.

 

Vi lascio qui di seguito il video della realizzazione e quello del confezionamento finale.

 

Che dire? 

Ho molte considerazioni da fare riguardo tutto ciò:

Innanzitutto mi sento estremamente grata e soddisfatta per aver saltato a piè pari la frenesia dei giri col traffico ed i negozi congestionati, sostituendoli invece con un’attività formativa e rigenerante (lunga, è vero, ma iniziando una decina di giorni prima e dedicandovi un intero fine settimana ce l’ho fatta senza fretta).

Qualche regalo l’ho acquistato online, perché non per tutti andava bene il kokedama. Vorrei poter dire di aver scelto solo prodotti artigianali ma non sarebbe un proposito realistico: anche le cose migliori hanno il proprio giusto contesto e non sono sempre la risposta ad ogni esigenza.

 

In secondo luogo l’effetto collaterale (piacevole) di questa impresa è che divento talmente impaziente di consegnare i miei regali e vedere le reazioni, da non pensare assolutamente più al fatto che riceverò dei regali anche io. Zero aspettative quindi, qualunque cosa sarà una piacevole sorpresa.

 

Devo dire, poi,  che nonostante il pollice verde non sia così universale, l’originalità ha soddisfatto tutti, soprattutto quando ho spiegato che la manutenzione sarebbe stata davvero minima.

 

Concludo così, quindi, l’articolo più lungo che abbia mai scritto augurandovi di tutto cuore di chiudere felicemente questo 2022, ed iniziare il 2023 all’insegna della serenità,

e mi raccomando se siete anche voi degli appassionati dei regali fai da te raccontatemi cosa vi siete inventati quest’anno, ma soprattutto se avete provato o proverete a realizzare il vostro Kokedama:

Commentate qui sotto l’articolo, oppure messaggiatemi in direct su Instagram, o per email scrivendo a effimerolab@gmail.com!

 

Grazie di essere stati con me,

Un grande abbraccio e a presto

 

Noemi

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