Riproduci video

Nonostante al liceo abbia amato i manga ed Il Signore degli Anelli (ed Orlando Bloom in versione biondissima come la maggior parte delle mie coetanee), non sono mai stata quella che si definirebbe una Nerd, perciò quando Francesca è venuta da me chiedendo un lavoro a tema Dungeons and Dragons per il suo fidanzato Dungeon Master mi sono trovata davanti ad una bella sfida.

Qualcosa dell’immaginario di riferimento l’avevo presente ma, non essendo addentrata nelle dinamiche e nell’atmosfera, avevo il timore di non coglierne la linfa, di tradire il mio punto di osservazione estraneo, di non consegnare l’emozione giusta nelle mani del destinatario.

Dall’altra parte volevo trovare una cifra rappresentativa che restasse nel mio stile senza snaturare il mio lavoro a favore di universi troppo distanti.

Così ho fatto diverse ricerche, ho chiesto a Francesca di raccontarmi quanto più possibile ed ho messo in moto l’immaginazione: rappresenteremo il libro del Dungeon Master come l’epico narratore di scontri fantastici, con draghi, incantesimi e castelli che prendono vita dalle pagine stesse.

A partire da uno schizzo a grandi linee ho individuato i soggetti e la composizione, disegnato le sagome e progettato gli elementi a misura, scelto le carte e la palette di colori… e da lì è iniziata la magia.

Nelle composizioni su misura buona parte delle decisioni vengono prese direttamente in assemblaggio, quando ho davanti la realtà dei volumi, degli accostamenti, delle dimensioni. A volte quello che ho progettato funziona ed è sufficiente, altre volte invece c’è bisogno di aggiustamenti, cambi di programma, valutazioni e dettagli in più.

In questo caso, ad esempio, non era facile capire la dimensione che avrebbe avuto il dado a 20 facce una volta montato, né lo spazio complessivo che avrebbe occupato nella campana insieme al libro, quindi l’ho realizzato due volte per raggiungere la giusta proporzione.

Nel video si vede che controllo l’altezza massima da dare alle sagome per rientrare nella campana: è un’operazione che in realtà ho ripetuto spesso mentre il lavoro prendeva forma, per verificare che sia in altezza che in larghezza i vari elementi della composizione restassero contenuti nell’ingombro permesso dalla campana di vetro.

 

I dettagli di edera sono stati espressamente richiesti da Francesca ma ho aspettato di avere davanti l’opera finita prima di disegnarli e posizionarli in armonia con il resto.

Questo genere di commissioni le realizzo sempre “tutte d’un fiato”: dal momento che ho concordato la bozza e le carte col cliente, poi entro in una modalità di focalizzazione massima e sono con la testa completamente immersa nel processo finchè non è terminato o non finisce la giornata.

Spesso accade che nel mentre mi confronti col cliente mandando foto e domande su whatsapp per essere sicura di fare le giuste scelte o per dare aggiornamenti sul procedimento in corso, ed è abbastanza emozionante condividere l’entusiasmo e ricevere un contributo rispetto a quello che sta piano piano prendendo vita sorprendendo entrambe, anche se in misura differente.

Spero che i quattro minuti di video vi diano la possibilità di entrare un po’ in questo particolarissimo viaggio che è la nascita di un lavoro su commissione: ognuno è diversissimo ed ha una storia completamente a sé.

Buona visione!

E grazie di avermi letto fino a qui,

con affetto

Noemi

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